Politiche pubbliche e giuridiche per combattere i discorsi d’odio “antigender”: quali proposte? è il titolo del convegno online organizzato il giorno 8 ottobre 2021 da Alma Mater Studiorum – Università di Bologna all’interno del quale la Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio è intervenuta con un panel sulle vittime di hate speech dal titolo “Riconoscere i crimini d’odio, assistere le vittime”.
Il seminario è parte integrante del progetto “Hate speech, gender, social networks and political parties” (GENHA), un progetto europeo di durata biennale finanziato dal programma Union’s Rights, Equality and Citizenship (2014-2020). Il progetto ha come obiettivo primario l’identificazione e l’analisi dei discorsi d’odio contro l’ideologia di genere adoperati da partiti politici di estrema destra sui social network. L’intento, infatti, è quello di proporre nuove tipologie di politiche pubbliche e giuridiche a Stati membri e Unione Europea al fine di proteggere i diritti umani minacciati da questi particolari comportamenti.
Nello specifico, il dibattito affrontato dalla tavola rotonda di Rete è stato moderato da Pierluigi Musarò, professore associato di “Sociologia dei processi culturali e comunicativi”, Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia, Università di Bologna, coordinatore della Rete Nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio.
Inoltre, sono intervenuti:
- Marco Bouchard, presidente Rete Dafne Italia – rete per l’assistenza alle vittime di reato: “Crimini d’odio e servizi di assistenza alle vittime”.
- Sara De Vido, professoressa associata di “Diritto Internazionale”, Università Cà Foscari Venezia: “Gli esiti di un mapping study per la Commissione Europea”.
- Camilla Bencini, Cospe, Dipartimento Italia Europa: “L’impatto della violenza razzista nella comunità e il supporto alle vittime”.
- Alessandra Rossi, coordinatrice della Gay Help Line – Gay Center, Roma: “L”esperienza di Gay Help Line nel supporto alle vittime di odio per orientamento sessuale, identità e ruolo di genere”.
Di seguito il video dell’intervento organizzato dalla Rete.