Ancora un episodio di zoombombing antisemita, questa volta durante un incontro per ricordare Amos Luzzatto, scrittore e saggista tra i principali esponenti della cultura ebraica italiana del XX secolo e presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane.
Il violento attacco web, durante il quale hacker anonimi hanno “immesso in rete immagini di Hitler, bestemmie, slogan antisemiti, scene porno e varie altre forme di disturbo”, come raccontano gli organizzatori stessi, li ha costretti a sospendere l’evento.
Una vera e propria forma di squadrismo, che prende di mira i rari momenti di discussione a disposizione dei cittadini durante la pandemia.
“In un periodo in cui le persone fisiche si radunano con difficoltà, la violenza trova altri canali per esprimersi. La memoria di un uomo che ha dedicato la propria vita alla giustizia, al dialogo, a curare e incontrare esseri umani è stata offesa e umiliata”, ha commentato il Segretariato Attività Ecumeniche di Venezia, che con la Comunità Evangelica Luterana di Venezia e il Beit Venezia Casa della Cultura Ebraica aveva organizzato l’incontro.
L’incontro su Luzzatto “sarà ripetuto in maniera più protetta: anche la telematica ha ormai bisogno di baluardi difensivi”.
La Rete Nazionale contro i discorsi e i fenomeni d’odio, con l’obiettivo di venire incontro all’esigenza di contrastare il fenomeno sempre più frequente degli attacchi telematici di stampo fascista, razzista, antisemita nei confronti di incontri organizzati online, ha elaborato una serie di regole contro lo zoombombing, che contengono consigli su come prevenire gli attacchi, come contrastarli mentre si verificano e come denunciarli alle autorità.
“L’imbarazzo degli organizzatori per non aver innalzato barriere telematiche sufficientemente selettive è comprensibile -fa sapere il Segretariato-, a loro va la nostra solidarietà. C’è anche vergogna. La dovrebbero provare loro, la proviamo invece noi. Loro, al contrario, si vanteranno dell’impresa. Simili fenomeni non ci erano ignoti; un conto però è sentirli riferiti, altro patirli in diretta senza essere in grado di porvi argine. Siamo abbattuti ma non rassegnati. Anche noi però sentiamo vergogna per il fatto che «la nostra volontà sia stata scarsa o nulla e non abbia valso a difesa». Avvertiamo acutamente il fallimento, sia pure parziale, dell’impegno formativo presente nella parte migliore della società italiana.”