a cura di Monica Gazzola, membro del Coordinamento di Rete
Tra il 6 e il 9 giugno, circa 350 milioni di cittadini dell’Unione Europea sono chiamati a eleggere i loro rappresentanti al Parlamento Europeo.
Rispetto alle elezioni europee del 2019, quella che va alle urne è un’Europa più fragile, impaurita e indebolita da tensioni interne e internazionali. L’invasione dell’Ucraina, le stragi in Israele e a Gaza, il balbettio degli U.S.A., le armi spuntate del diritto internazionale e della diplomazia, con tutte le ripercussioni geopolitiche, culturali, emotive e economiche, forse per la prima volta dal secondo dopoguerra stanno scuotendo la convinzione degli europei di essere comunque “al sicuro” in una fortezza di pace, salvaguardia dei diritti e tranquillità economica.
Sul fronte interno, avanzano e si diffondono schieramenti politici nazionalisti e oscurantisti che mettono in discussione il ruolo delle istituzioni europee e propugnano discriminazioni e arretramenti nell’ambito dei diritti sociali e civili. Basti pensare che in Italia, uno dei partiti della coalizione al governo, ha per motto per le elezioni europee “Meno Europa, più Italia”, e ha posto quale capolista un noto divulgatore di idee e messaggi d’odio xenofobi, razzisti e omofobi.
Tutto ciò porta a una estrema polarizzazione su temi sensibili – quali i fenomeni migratori, i conflitti in corso, la questione ambientale, i diritti di cittadinanza, le questioni legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere – che ha incrementato discorsi d’odio online e offline e la diffusione di informazioni scorrette. Assistiamo a un aumento degli estremismi, delle forze radicali, sia a destra che a sinistra, con un linguaggio politico sempre più disinibito, nella violenza verbale, negli attacchi ad personam. Tutto ciò è ampiamente documentato dai monitoraggi e dagli studi, a livello nazionale e europeo, di istituzioni e associazioni, nonché per l’Italia dalle audizioni presso la Commissione straordinaria su intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all’odio e alla violenza del Senato.
Come Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio, abbiamo quindi deciso, in attuazione della nostra mission e dando seguito alle analoghe campagne lanciate nel 2021 e nel 2022 in occasione delle elezioni amministrative e politiche in Italia, di inviare a tutte le persone candidate capilista delle diverse circoscrizioni elettorali, nonché di aprire alla sottoscrizione di ogni candidato che lo voglia, un Vademecum in 5 punti, chiedendo a loro e ai loro staff e social media manager, di impegnarsi per una comunicazione pubblica e istituzionale corretta e rispettosa.
Tra i temi polarizzanti cavalcati dalle forze populiste e oscurantiste, particolarmente diffusa e violenta è la retorica transfobica e anti Lgbtq+ . Pochi giorni fa, il 17 maggio, in occasione della Giornata internazionale contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, è stata presentata dalla presidenza di turno belga agli Stati membri dell’UE una dichiarazione per la promozione delle politiche europee a favore delle comunità LGBTQIA+, che prevede che i Paesi firmatari si impegnino “in particolare ad attuare strategie nazionali per le persone LGBTQIA+”, “a sostenere la nomina di un nuovo commissario europeo per l’uguaglianza”, e a “perseguire e attuare una nuova strategia per migliorare i diritti delle persone LGBTQIA+ durante la prossima legislatura del Parlamento Europeo, stanziando risorse sufficienti e collaborando con la società civile”. La dichiarazione è stata firmata da tutti i Paesi UE, ad eccezione di Ungheria, Romania, Bulgaria, Croazia, Lituania, Lettonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Italia.
Il rispetto dei diritti umani – che dovrebbero essere garantiti per tutte le persone, e da tutte le forze politiche – è stato accantonato rispetto a ragioni di mera propaganda ideologica. E questo è tanto più vergognoso con riguardo all’Italia, tra gli Stati fondatori del “sogno europeo”: dimostra che il nostro Paese ha scelto la strada dell’ostracismo istituzionale nei confronti delle persone LGBTQIA+, discriminandole fortemente in base al loro orientamento sessuale e alla loro identità di genere, e contribuendo ad alimentare così un pericolosissimo clima d’odio nei loro confronti. Come Rete di contrasto ai discorsi e fenomeni d’odio, abbiamo diffuso già lo stesso 17 maggio un comunicato di denuncia e stigma di questo ennesimo attacco ai diritti civili.
In questo contesto preoccupante, emergono fortunatamente notizie e dati che rincuorano e ridanno fiducia nella capacità delle istituzioni e della maggioranza delle persone in Europa a mantenere saldi i principi e i valori di democrazia, libertà e rispetto dei diritti sociali, civili e politici.
Dal 17 al 19 maggio si è tenuta a Bruxelles la terza e ultima sessione del panel europeo di cittadini sulla lotta contro l’odio nella società: da aprile 150 cittadini dei 27 Stati membri dell’UE selezionati in modo casuale si sono riuniti per discutere delle cause profonde dell’odio e di come combatterlo e costruire ponti tra gruppi e comunità emarginati. Le attività del panel fanno seguito alla comunicazione del 2023 dal titolo “Nessuno spazio per l’odio in un’Europa che, unita, lo ripudia”, che chiedeva la creazione di uno spazio paneuropeo per discutere le modalità con cui passare dall’odio alla fruizione dei valori comuni dell’uguaglianza, del rispetto dei diritti umani e della dignità. Le raccomandazioni finali del panel sono state presentate il 19 maggio e sosterranno le attività future della Commissione per la lotta contro l’incitamento all’odio e i reati generati dall’odio. Di questa importantissima iniziativa e esperienza ci parla Federico Falloppa, Coordinatore della nostra Rete (qui l’articolo).
Inoltre, da un sondaggio Demos per Repubblica, risulta che il 60% dei giovani in Italia fino ai 30 anni ha fiducia nell’Unione Europea (pubblicato il 30 maggio 2024). Ancora, da un recente sondaggio Unicef Italia, il 68% dei giovani fino ai 30 anni ha risposto di sapere che a giugno ci saranno le elezioni europee e ben il 74% si dice convinto che le elezioni europee influenzino “molto” o “abbastanza” la propria vita e quella di molti altri. Nel medesimo sondaggio, solo il 16% ha dichiarato che non andrà a votare perché non interessato.
Come Rete, esortiamo ad andare a votare, per esercitare, rivendicare e proteggere questo nostro diritto fondamentale, faticosamente conquistato. E confidiamo soprattutto nelle ragazze e nei ragazzi, nella vostra forza, tenacia e apertura mentale, per salvare la nostra amata Europa da derive oscurantiste e liberticide.