La ricercatrice Mackda Ghebremariam Tesfau, in occasione del progetto europeo EMPOWER, con il contributo visivo e di riflessione dell’artista Wissal Houbabi, ha pubblicato una ricerca sui principali stereotipi relativi alle persone con background migratorio e sulle modalità più efficaci per contrastarli. Sono state coinvolte in attività di riflessione anche le associazioni italiane (ACRA e Il Razzismo è una brutta storia), ungheresi (Antropolis) e spagnole (ENWAD).
La ricerca, attraverso tre casi studio nei tre Paesi coinvolti, indaga come gli stereotipi etnorazziali impattino sulla vita di chi ne è soggetto e come questi propongano un’immagine distorta.
I casi studio scelti sono tre contesti europei diversi – Italia, Spagna e Ungheria – ed esplorano gli stereotipi più comuni: le minoranze come “approfittatori sociali” e “un peso per il welfare”, e la loro criminalizzazione, approfondendo la dimensione specifica del “ribaltamento”, ovvero la funzione di nascondere la realtà al fine di rafforzare uno status quo. Analizzare lo stereotipo come ribaltamento si rivela utile da un lato per comprendere il funzionamento del razzismo strutturale, e dall’altro per disinnescare lo stereotipo stesso.
Inoltre, nella ricerca ci si chiede: come cambia l’analisi dello stereotipo se inteso come fenomeno strutturale, istituzionale e quotidiano, invece che come espressione di una psicologia individuale razzista? In Italia è stato approfondito il Caso di Rosarno, dove molte persone migranti di origine subsahariana vengono impiegate in agricoltura. Attraverso le loro storie si arriva a confutare la narrazione secondo la quale gli immigrati approfitterebbero dei paesi di arrivo. Nel caso spagnolo, invece, viene approfondita la criminalizzazione del corpo nero migrante, in particolare i manteros di Barcellona, ovvero i venditori ambulanti per lo più originari da paesi subsahariani come Senegal, Mali, Nigeria e Gambia. In Ungheria, a Budapest, si riflette sulla condizione delle persone Rom e il loro disciplinamento, per rendere più esaustiva la riflessione sugli stereotipi e la razzializzazione.
L’obiettivo della ricerca è di mostrare che lo stereotipo ha come funzione specifica quella di mantenere e riprodurre lo status quo, per cui vanno decostruiti partendo dalle voci delle soggettività migranti razzializzate. Inoltre, è necessario pensare nuove policies capaci di mettere in crisi il razzismo a partire dal suo fondamento ideologico in un’ottica sistemica.