Diritti e visioni. Animali non umani e diritto a cura di Monica Gazzola, in Animot. Studi critici sull’animalità, 2023, n.14, 132 pagg., € 14,00
Gazzola
Dal volume: “Avvocata penalista, docente a Cà Foscari Venezia nel Corso Jean Monnet “WHALE” Working on Non-Human Animals Law and Rights in the EU. Ha pubblicato con Roberto Tassan Oltre l’antropocentrismo – Per un logos sull’animalismo, Viator 2018, e ha curato con Maria Turchetto Per gli animali è sempre Treblinka, Mimemis 2016.”
Dare voce ai senza voce
“Nel mondo del diritto, gli animali non umani sono sempre stati afoni. Nel mondo occupato dagli umani, gli animali sono sempre stati trattati alla stregua di res, oggetto di sfruttamento e crudeltà. Se per gli animali cosiddetti ‘da compagnia’ – i pets – qualcosa nella sensibilità collettiva, e quindi nel mondo giuridico, sta cambiando, la maggior parte degli animali continua a rimanere relegata nel silenzio imposto dagli umani e nell’esclusione da ogni considerazione di equità e giustizia”, scrive Gazzola.
Non-luoghi e atti politici
“Lo sfruttamento di altri esseri viventi è sempre questione di potere, la segretezza dei luoghi ove viene condotta la sperimentazione animale diviene simbolo della chiusura dello spazio, e l’azione degli attivisti che viola questa segretezza e la mostra al mondo, è atto che diventa politico, di dissenso”. Oltre ai laboratori, spiega Giussani “ci sono gli altri luoghi – gli allevamenti di qualsiasi specie animale, i macelli – tutti luoghi assolutamente inaccessibili e dove la loro voce, la voce degli animali, non si sente mai”.
Antropocentrismo e diritto
L’approccio antropocentrico al diritto “perde di vista la necessità di una tutela degli animali non umani in chiave ecologica, che consideri tutte le specie – esseri umani inclusi – parte dell’ambiente, il cui fragile equilibrio è costantemente minacciato”. De Vido e Dal Monico riportano l’esempio della Risoluzione del Parlamento europeo del 2022 che ha declassato il lupo da specie che necessita di una protezione rigorosa a specie di interesse comunitario, attribuendogli minori tutele.
Un tempo
C’è stato un tempo in cui l’animale non è stato “altro” dall’uomo. La zooepica, ricorda Quadro Curzio, ha reso gli animali i protagonisti della letteratura a partire dal 1100. “Uno sguardo a questa tradizione ci rende immediatamente consapevoli di come le modalità della presenza del mondo animale nell’orizzonte della cultura umana siano cambiate con le epoche. […] La definizione di tale rapporto è lo snodo cruciale su cui è imperniato il discorso sulla nostra identità.”
Ripensare l’umano
Musarò e Villani si chiedono se la crisi climatica, che minaccia la vita di alcune specie portatrici di significato, può rappresentare un’opportunità per ripensare l’idea di essere umano alla pari di specie animali e vegetali. “Come decostruire la sin troppo consolidata demarcazione del confine tra ‘uomo’ e ‘animale’, demarcazione che ritroviamo alla base della nostra cultura antropocentrica e che giustifica ogni forma di sfruttamento, violenza e prevaricazione su tutti gli esseri viventi?”
Intervallano gli scritti le “visioni” sugli animali delle artiste Nada Prlja, Jo-Anne McArthur e Simona Da Pozzo, commentate da Gabi Scardi.