Aidos per il progetto “Effetto Farfalla, cambiamo le parole per cambiare il mondo”: Discorsi Femministi. Un approccio di genere e interculturale alla comunicazione
Un altro passo in avanti per il progetto “Effetto Farfalla, cambiamo le parole per cambiare il mondo”, che si pone l’obiettivo ultimo di rafforzare nei ragazzi dagli 11 ai 19 anni comportamenti positivi per contrastare le discriminazioni e promuovere il rispetto di tutte le diversità. Il penultimo intervento del ciclo di seminari aperti al pubblico portati avanti dal progetto è stato tenuto da Valentina Fanelli (sociologia della comunicazione e consigliera di Aidos) e Serena Fiorletta (antropologa e Vicepresidente di Aidos).
Le relatrici, nel loro intervento dell’8 maggio 2023 presso il Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia (Università di Bologna), mettono in luce le tendenze dei media a perpetuare una cultura che rende accettabile la violenza di genere e propongono una comunicazione in grado di promuovere l’uguaglianza di genere.
Inizialmente, le relatrici si soffermano sul peso delle parole, ricordando che le parole che si scelgono per narrare non sono neutre poiché ognuna può perpetuare o contrastare gli stereotipi di genere esistenti. Uno dei problemi principali è il fatto che i media siano portatori, molto spesso, di un uso scorretto del linguaggio, ormai normalizzato, ma pregno di stereotipi e sensazionalismi derivati dalla società patriarcale in cui siamo inseriti.
Fiorletta e Fanelli proseguono spiegando il modo in cui i media italiani parlano di violenza di genere, focalizzandosi su quattro tematiche principali: violenza sessuale, femminicidio, mutilazioni genitali femminili e aborto. Tra queste, gli elementi comuni sono diversi: una violenza che viene raccontata come emergenziale, quando in realtà il problema è di tipo strutturale; un utilizzo del linguaggio che spesso giustifica o nasconde l’atto discriminatorio senza che nemmeno ce ne rendiamo conto; una spettacolarizzazione del dolore e processi di vittimizzazione che fanno sparire le donne dalla narrazione.
Le relatrici raccontano come l’unico modo per farvi fronte è creare consapevolezza negli attori sociali, principali fruitori della narrazione dei media. Sono proprio loro, infatti, gli unici a poter decidere se conservare lo status quo attuale che porta avanti una discriminazione di genere latente o aprire gli occhi ed essere fonte di un cambiamento sociale e culturale.
Infine, Fiorletta e Fanelli propongono alcuni accorgimenti da applicare per una comunicazione esente dalle discriminazioni di genere: consultare dati e associazioni femministe, inquadrare il fatto nel fenomeno strutturale senza parlare di casi isolati, usare un vocabolario che non minimizzi o generi malintesi, non usare termini romantici (es. “crimine passionale”), fornire contatti dei servizi di supporto e mostrare le donne non solo come vittime passive, ma dare loro possibilità di parola e, di conseguenza, un’identità.
Il seminario è stato introdotto e moderato da Elena Giacomelli (Università di Bologna), docente del corso Metodi e strumenti per il contrasto delle discriminazioni nell’era digitale, a cui sono afferenti i seminari del progetto Effetto Farfalla.
Guarda le anteprime del seminario qui sotto e per il video completo, clicca qui!
L’articolo è stato scritto da Valentina Maccabiani, studentessa dell’Università di Bologna che frequenta il corso “Metodi e strumenti per il contrasto delle discriminazioni nell’era digitale”, promosso dal Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia nell’ambito del Progetto Effetto Farfalla, Progetto cofinanziato dall’ Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.
Il progetto Effetto Farfalla, cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, prevede il coinvolgimento di numerosi i partner, tra cui anche soggetti di Rete: COSPE, AIDOS, Amnesty International, Emergency, Associazione Carta di Roma, Lunaria, Libera, Gay Center, Congi, Regione Toscana, Zaffiria, Università di Bologna.