#STAIZITTA giornalista! Dall’hate speech allo zoombombing, quando le parole imbavagliano di Silvia Garambois e Paola Rizzi, 2021, All Around srl, 144 pagg., € 15,00
Silvia
Da #Staizitta: “Giornalista. Esperta di problemi dell’informazione e questione femminile. Presidente di GiULiA giornaliste. Caporedattrice all’Unità (1975-2000). Nel nuovo millennio collaboratrice di quotidiani e periodici. È stata Segretaria del sindacato dei giornalisti del Lazio.”
Paola
Dal sito di Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio: “Giornalista prima a l’Unità, dove si è occupata di politica, cronaca e cultura, quindi caporedattrice al quotidiano gratuito Metro fin dalla fondazione dell’edizione italiana. È nel direttivo nazionale dell’associazione GiULiA (Giornaliste unite, libere, autonome).”
Il libro
“Mette insieme, in drammatica successione, attacchi che scaturiscono da situazioni di diverso tipo: fatti di cronaca, questioni di rilevante peso politico, atti di autentica criminalità. Tutte vicende davanti alle quali i peggiori “maschi” non sopportano che siano donne giornaliste a indagare e a informare. Un fenomeno con varie facce e risvolti”, introduce Vittorio Roidi, Presidente Fondazione sul giornalismo Murialdi.
Slut-shaming
“A utilizzare lo slut-shaming (“dare della sgualdrina” ndr) come arma contro le donne dal profilo pubblico non sono solo i comuni odiatori on e off line, ma anche i personaggi pubblici stessi. Nel corso degli ultimi anni, sono stati numerosi i politici e i giornalisti che hanno dato il via a vere e proprie campagne di slut-shaming a colpi di tweet, editoriali, e persino performance su veri e propri palcoscenici del mondo off line”, scrive Elisa Giomi, Commissaria AgCom.
Testimonianza
Racconta Marilù Mastrogiovanni, giornalista: “Le minacce erano ovviamente rivestite di insulti sessisti, «troia», «puttana», «la puttana di tua madre», ma anche «dimmi dove sei che sto venendo a prenderti». Ma quello è stato solo l’inizio: hanno dato il là a centinaia e centinaia di commenti, anche di affiliati al clan, che commentavano inneggiando al clan e al boss e ricoprendo me di insulti, ovviamente di tipo sessista, e di minacce.”
Scorte mediatiche
“Esiste il problema reale e psicologico del sentirsi isolati e sovrastati dagli attacchi soprattutto nel caso dei troll organizzati sguinzagliati contro le giornaliste impegnate semplicemente nel loro lavoro. In tutte le testimonianze che abbiamo raccolto quello che contribuisce a fare la differenza, a trovare la forza di resistere, è fare squadra, trovare una sponda di solidarietà.”
Denunciare
Laura Boldrini, parlamentare: “Ho denunciato e continuo a farlo. Sui miei profili social, sui giornali, in aula e nei Tribunali. Perché quando rispondi, quando reagisci, gli hater indietreggiano, e avanzano le donne. Lo faccio come donna e come politica. Lo trovo giusto per me stessa, lo trovo giusto per le istituzioni e lo trovo giusto per le nostre figlie, che hanno diritto a vivere lo spazio digitale in sicurezza.”