Identità digitali: fra comunicazione e radicalizzazione
a cura di Barbara Lucini, Ricercatrice senior presso Itstime
La settima edizione della Mappa dell’intolleranza promossa da Vox Diritti permette, come sempre, un’importante riflessione sul tema dei linguaggi d’odio e della socialità digitale nei tempi contemporanei. Da questa prospettiva, la sociologia e alcuni suoi concetti permettono di aprire riflessioni sempre più necessarie alla luce dell’evidente uso per finalità discriminatorie che viene fatto dei social network. Una prima riflessione che emerge è il bisogno di ripensare le relazioni sociali alla luce dell’influenza e delle
ricadute che le identità digitali e con esse le loro comunicazioni hanno nella vita di tutti i giorni e per la vita di tutti. La fase nascente dei social network circa un ventennio fa e la diffusione pervasiva che è seguito avevano ammantato queste piattaforme comunicative come promotrici di contatti e relazioni sociali. Il tempo trascorso ha posto in evidenza che questa iniziale premessa è stata in parte mantenuta ma allo stesso tempo si sono aperte opportunità per un utilizzo discriminate di questi canali comunicativi.
I discorsi d’odio, come ben evidenziato dalle varie edizioni della Mappa dell’Intolleranza, sono uno spaccato dei fenomeni comunicativi digitali, sottolineando con la caratteristica digitale che queste narrative d’odio diventano pervasive e producono effetti nella vita reale e non sono confinate unicamente al mondo online. In questo scenario così complesso e articolato, si sommano anche gli orientamenti prodotti dai mass media tradizionali, sempre più attori protagonisti di comunicazioni che orientano e influenzano in un circolo senza fine le narrazioni sui social.
La Mappa da una prospettiva sociologica
La nuova Mappa dell’Intolleranza mostra come a livello nazionale siano in atto queste dinamiche sociali e come le piattaforme social giochino un ruolo fondamentale per la dimensione della socialità e della relazioni con altri. In accordo ad una prospettiva sociologica, la Mappa pone in evidenza quanto ancora la categoria sociale delle donne sia fra quelle più esposte e vulnerabili ai messaggi d’odio. Ciò suggerisce un atteggiamento culturale polarizzato, condiviso che merita attenzione sul versante dell’educazione sociale e del rispetto per gli altri. Per quanto riguarda la categoria degli omossessuali si nota una crescita di atteggiamenti e atti violenti soprattutto in relazione a forme sociali di bullismo e discriminazione sempre più violenti che negli ultimi anni segnano una tendenza all’aumento.
In questo contesto permane anche la discriminazione mediante messaggi d’odio verso la categoria sociale degli ebrei e ciò in considerazioni di radici storico – sociali che influenzano la percezione di questo gruppo sociale e orientano i pregiudizi.
Le altre categorie sociali considerate dalla rilevazione della Mappa, come per esempio gli stranieri, mostrano tendenze piuttosto omogenee con il passato mentre per quanto riguarda gli islamici l’associazione mondo islamico e terrorismo rimane una tendenza importante e in crescita in occasione di alcuni eventi internazionali.
Un ultimo aspetto rilevante concerne il fenomeno che presenta la categoria sociale disabili in quanto attraverso l’analisi delle rilevazioni fatte è emersa un utilizzo estensivo del linguaggio discriminante per questo gruppo sociale che viene applicato anche verso altre categorie sociali, non rappresentanti forme di disabilità specifica.
Radicalizzazione comunicativa e futuro
Infine, per quanto concerne il panorama italiano, la Mappa mostra un Paese ancora fortemente attraversato da linguaggi d’odio e da un utilizzo dei social in parte finalizzato alla diffusione di pregiudizi e di atteggiamenti di esclusione. Si evince una spirale di radicalizzazione comunicativa e con forti ripercussioni anche negli atteggiamenti e nei comportamenti sociali, data in prevalenza da una cronicizzazione di tali fenomeni che sta erodendo parte della possibilità di intervenire e produrre dei cambiamenti di lungo periodo, sia nell’uso dei social sia nelle modalità di relazionarsi.
Per il futuro si vede necessario un ripensamento del ruolo dei media e delle piattaforme social, considerati non più solo come mezzi comunicativi ma anche come promotori di certi atteggiamenti polarizzati. Questa dinamica è sempre più vera considerando le attuali identità digitali, per le quali le dimensioni online e off-line appaiono sempre più dai contorni indefiniti ma con ricadute reali nella sfera dei diritti umani e del rispetto delle persone tutte.
Si auspica quindi una nuova e necessaria educazione all’utilizzo dei media tradizionali e nuovi, così da poter vedere garantiti i diritti di tutti e una efficace fruizione dei mezzi di comunicazione.