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Profilazione razziale e Taser: quando la discriminazione diventa violenza istituzionale

da | Mar 25, 2025 | News

ACRA

Secondo il rapporto di Amnesty International “Non riesco ancora a dormire la notte” – L’uso improprio a livello globale dei dispositivi a scarica elettrica, in Italia l’uso del Taser è strettamente legato alla profilazione razziale. Chi ha la pelle scura o un accento straniero ha maggiori probabilità di essere fermato per controlli d’identità e, di conseguenza, di trovarsi in situazioni in cui il Taser viene impiegato.

Il Taser viene utilizzato in modo sproporzionato contro persone di origine straniera, spesso senza che vi sia una reale minaccia alla sicurezza. Numerosi rapporti, sia italiani che internazionali, confermano che il Taser non è un’arma “innocua”: può causare danni irreversibili o addirittura la morte, soprattutto se utilizzato su persone con problemi cardiaci, sotto l’effetto di alcol o droghe, o in condizioni di stress fisico. Sebbene venga presentato come un’alternativa meno letale rispetto alle armi da fuoco, nella pratica il suo utilizzo è più simile a quello del manganello, con un impatto devastante sulle comunità più vulnerabili.

L’uso discriminatorio del Taser non è un fenomeno isolato, ma si inserisce in un quadro più ampio di violenza istituzionale alimentata da discorsi d’odio. Quando il linguaggio politico e mediatico dipinge alcune categorie di persone come pericolose o criminali, si crea un clima in cui il loro maltrattamento diventa socialmente accettabile. Ciò porta a più controlli e fermi mirati, che colpiscono in modo sproporzionato persone razzializzate. L’uso eccessivo della forza da parte delle forze dell’ordine con strumenti come il Taser diventa parte di un circolo vizioso di discriminazione, in cui la repressione giustifica ulteriori stereotipi e pregiudizi.

La violenza istituzionale finisce così per legittimare atti discriminatori anche da parte di privati cittadini o gruppi estremisti.

Il Progetto Yaya – realizzato dal Coordinamento per Yaya e da Occhioaimedia – promuove la raccolta di testimonianze che evidenziano una serie di episodi inquietanti. A Ferrara, nell’ottobre 2022, un uomo di origine africana viene colpito con un Taser dopo una discussione con un controllore ferroviario. Cade a terra, batte la testa e finisce in ospedale. Nell’aprile 2024, un cittadino nigeriano viene colpito davanti alla propria abitazione mentre tenta di sottrarsi a un controllo. Nel febbraio 2025, un uomo di nazionalità nigeriana, fermato mentre era in bicicletta, viene colpito alla testa con un Taser. L’impatto è così grave da richiedere un intervento neurochirurgico per rimuovere un dardo conficcato vicino a un orecchio. Questi episodi dimostrano che il Taser non viene utilizzato solo in situazioni di estrema necessità, ma spesso come strumento repressivo, aggravando le tensioni sociali e il senso di insicurezza nelle comunità più colpite.

Documentare questi abusi è essenziale per contrastare la narrazione dominante e chiedere giustizia. La violenza istituzionale si nutre del silenzio: raccogliere testimonianze e denunciare l’uso sproporzionato del Taser è il primo passo per fermare questa deriva.

Hai vissuto o assistito a un caso di uso discriminatorio del Taser? Condividi la tua esperienza. Scrivi a: redazione@occhioaimedia.org e/o cittadini@cittmondo.org