In Italia, tra il 1° agosto 2023 e il 31 luglio 2024, si sono verificati quasi sessanta femminicidi perpetrati da partner o ex partner. Oltre a questi tragici eventi, numerosi episodi di violenza contro donne e ragazze hanno ulteriormente scosso profondamente l’opinione pubblica.
In prossimità di una nuova Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ActionAid, in collaborazione con gli istituti di ricerca Osservatorio di Pavia e 2BResearch, ha realizzato un’indagine per analizzare la comunicazione politica sulla violenza maschile contro le donne veicolata tramite social media nei 12 mesi successivi ai fatti di Palermo, insieme alle percezioni e opinioni delle italiane e degli italiani su vari aspetti del fenomeno.
Lo studio mira a comprendere quanto e come i rappresentanti del Governo, del Parlamento, delle Regioni e dei principali Comuni italiani abbiano affrontato il tema della violenza sulle donne su Facebook e Instagram. Si analizzano, in particolare, le tipologie di comunicazione adottate, le proposte di prevenzione, protezione e contrasto e la loro coerenza con il Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne. Infine, lo studio considera anche le esperienze e le opinioni della società italiana.
L’analisi si è basata su un ampio set di dati raccolti attraverso due ricerche distinte, una sulla comunicazione politica e una sull’opinione pubblica. La prima ha esaminato la comunicazione di esponenti della politica sulla violenza maschile contro le donne, diffusa tramite Facebook e Instagram, i due social media più utilizzati in Italia. La seconda ricerca ha analizzato l’opinione pubblica sulla violenza maschile contro le donne attraverso un questionario, somministrato tramite rilevazione CAWI (Computer Assisted Web Interviewing) a un campione di 1.000 persone rappresentative della popolazione italiana.
La comunicazione politica sulla violenza maschile contro le donne
Tra il 1° agosto 2023 e il 31 luglio 2024, la comunicazione politica sulla violenza maschile contro le donne veicolata su Facebook e Instagram si è concentrata essenzialmente su cinque macro-aree tematiche:
- Attività parlamentari di Camera e Senato
- Iniziative del Parlamento europeo
- Giornate internazionali per i diritti delle donne
- Cronache di episodi di violenza maschile contro le donne
- Sentenze giudiziarie rilevanti
Le politiche e i politici tendono a pubblicare gli stessi contenuti su Facebook e Instagram, generalmente abbreviando il testo per quest’ultima piattaforma; di conseguenza, le agende dei due social media risultano pressoché coincidenti.
Dal 1° agosto 2023 al 31 luglio 2024, sui 549 account Facebook di rappresentanti del Governo della Camera dei deputati, del Senato, delle/dei Presidenti di Regione e delle Province autonome di Trento e Bolzano, dei Sindaci di Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Bari, Catania e della sindaca di Firenze, sono stati pubblicati 1.977 post contenenti almeno un riferimento alla violenza maschile contro le donne. Questi post rappresentano l’1,2% del totale di quelli pubblicati nel corso dei 12 mesi campione (169.572). Sui 546 account Instagram, i post sono stati 1.738, pari all’1,5% del totale (117.487).
Sostanzialmente, la violenza maschile contro le donne non è stata un tema prioritario nella comunicazione social della politica. Nel corso dell’anno, l’attenzione mostrata verso la tematica non è stata costante: picchi di attenzione si sono registrati in concomitanza con le fasi salienti degli iter legislativi pertinenti la violenza maschile contro le donne (7 settembre, 26 ottobre, 25 novembre 2023) e in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre e la Giornata internazionale della donna dell’8 marzo.
Inoltre, sia su Facebook che su Instagram la violenza contro le donne è un tema prevalentemente femminile: 2 post su 3 sono infatti pubblicati da politiche. Per l’esattezza, il 63% dei 1.977 post Facebook e il 64% di quelli pubblicati su Instagram. Questo dato evidenzia un ampio divario di genere nella comunicazione politica sui social media. Le donne elette nelle istituzioni assumono spesso un ruolo di guida nella lotta contro la violenza, invece gli uomini tendono a partecipare meno attivamente, indicando una possibile mancanza di sensibilizzazione o priorità sul tema.
L’opinione pubblica italiana sulla violenza maschile contro le donne
L’indagine ha inteso comprendere come la società italiana percepisca la violenza maschile contro le donne e quali misure siano ritenute più efficaci per prevenirla e contrastarla. L’obiettivo finale è offrire elementi di riflessione su come migliorare le politiche e gli interventi, considerando delle evidenze raccolte attraverso la consultazione pubblica.
La popolazione italiana dichiara di avere un alto livello di conoscenza della violenza maschile contro le donne. Questo è quanto emerge dall’indagine. Il 92% del campione consultato dichiara, infatti, di essere “molto” o “abbastanza” informato su questo tema, senza variazioni significative per genere, area geografica, ampiezza del centro di residenza e orientamento politico. Differenze sensibili emergono invece sul piano generazionale: il 37% delle persone Under 25 si dichiara “molto informato”. Al contrario, solo il 20% dei soggetti Over 64 si considera “molto informato”, indicando un livello di conoscenza significativamente inferiore.
La televisione emerge come principale fonte di informazione sulla violenza maschile contro le donne, utilizzata dal 68% delle persone intervistate. Questo dato sottolinea l’importanza del ruolo della TV nella sensibilizzazione e nella diffusione di messaggi di prevenzione, soprattutto per le generazioni più anziane. Con un distacco di 20 punti percentuali, la stampa (quotidiani, settimanali e mensili) e i siti di informazione online si classificano come le altre due principali fonti di notizie, con il 46% e il 44% del campione che dichiara di informarsi tramite questi canali rispettivamente. Un’altra fonte significativa è rappresentata dai social media, utilizzati dal 35% delle persone intervistate.
Il 95% delle persone intervistate è riuscito a identificare almeno un contesto in cui la violenza contro le donne è più probabile. L’ambiente domestico e familiare è indicato come il luogo più pericoloso per le donne (58%). Questa percezione è condivisa trasversalmente da persone di ogni genere, età, area geografica, e orientamento politico, confermando ciò che le statistiche ufficiali e numerosi studi hanno già stabilito da tempo: la violenza contro le donne si manifesta principalmente tra le mura domestiche, spesso ad opera di partner o ex partner.
Le raccomandazioni finali
Alla luce dei risultati di questa indagine, ActionAid ribadisce ancora una volta l’urgenza che il tema della violenza maschile contro le donne occupi una posizione prioritaria e stabile nelle agende delle istituzioni nazionali e regionali. Non può essere relegato a momenti simbolici come il 25 novembre o l’8 marzo, né riemergere solo in seguito a episodi di violenza o femminicidi.
A tal fine ActionAid ritiene fondamentale assicurare che le e i rappresentanti delle istituzioni e i loro staff siano sensibili alle questioni di genere e competenti in materia di violenza maschile contro le donne per legiferare e avanzare politiche antiviolenza rispondenti alle finalità stabilite dal Decretolegge 14 agosto 2013, n. 93, e alle priorità del Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne. In secondo luogo, risulta essenziale prevenire più efficacemente la violenza maschile contro le donne e la protezione delle donne che la subiscono.