Il linguaggio inclusivo nella comunicazione istituzionale

da | Giu 14, 2024 | Ricerche e tesi di laurea

Contronarrazione

Le donne anche nella società contemporanea, come riportato in numerosi studi e in particolare nel “Gender Gap report 2023”, non hanno pari diritti e dignità rispetto agli uomini.

Le disparità di genere sono frutto di una cultura che ha alimentato degli stereotipi; essi, inoltre, vengono costantemente consolidati da molteplici contenuti comunicativi, provenienti da fonti analogiche o digitali. Le discriminazioni possono indurre frustrazione e peggiore qualità della vita nelle vittime, altre volte invece, portano gli uomini a sentirsi legittimati nell’agire violenza, fino ad arrivare in casi estremi al femminicidio. I divari si possono osservare in quasi tutti i settori della quotidianità, quelli più marcati si riscontrano nei seguenti campi: economico e lavorativo, leadership, STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), cura e salute.

Per questo motivo molte istituzioni italiane e mondiali hanno creato dei Piani per l’inclusività di genere. La maggior parte di essi, forniscono linee guida da seguire, nelle politiche messe in atto a beneficio dell’intera popolazione; altri invece si riferiscono direttamente all’uguaglianza da perseguire all’interno dell’organizzazione.

Per modificare il paradigma, è essenziale che le persone adulte cambino le loro sovrastrutture mentali e che alle bambine e ai bambini venga insegnato, fin da piccolissimi, il rispetto dovuto a qualsiasi essere umano. Per riuscirci, è cruciale che ricevano quotidianamente messaggi che le aiutino a farlo. Le parole sono la traduzione dei nostri pensieri, delle nostre credenze e dell’educazione che ci è stata impartita. Se si arriverà a rendere più inclusivo il linguaggio, si potrà contribuire a creare una società più rispettosa verso le differenze, perché come diceva Sabatini, “l’uso di un termine anziché di un altro comporta una modificazione nel pensiero e nell’atteggiamento di chi lo pronuncia e quindi di chi lo ascolta”.

La dottoressa Elena Rattin, nella sua tesi a conclusione del master in Comunicazione Sanitaria presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha analizzato documenti contenenti raccomandazioni per l’uso inclusivo della lingua, prodotti da alcune delle più importanti organizzazioni nazionali e internazionali; tra queste in particolare, l’Organizzazione delle Nazioni Unite, l’EIGE (European Institute of Gender Equality) e l’ISS (Istituto Superiore di Sanità); infine ha esaminato, quali possano essere i mezzi che aiutino chi comunica a normalizzare l’inclusività di genere attraverso il linguaggio. Quanto appreso, è stato concretizzato nella proposta di uno strumento da utilizzare nella stesura dei documenti e nella comunicazione, da tutto il personale dipendente dell’Azienda Provinciale Per i Servizi Sanitari di Trento.

Se desideri visionare le “Raccomandazioni per l’uso di un linguaggio inclusivo e non discriminatorio dell’identità di genere”, scarica la tesi e, buona lettura!