Un test di autovalutazione e un gioco di ruolo per imparare a reagire all’hate speech. Due strumenti utili del progetto europeo Lead Online
In occasione del Safer Internet day il 6 febbraio si è svolta a Bruxelles la conferenza conclusiva di Lead Online Eu project, un progetto biennale finanziato dall’Unione Europea incentrato sulla media literacy e il contrasto all’hate speech online, che ha visto coinvolte organizzazioni, università e Ong di sette Paesi europei tra cui l’Italia (gli altri sono Romania, Bulgaria, Croazia, Grecia, Austria, Cipro). I destinatari delle azioni previste dal progetto sono innanzitutto i ragazzi tra i 14 e i 19 anni, gli insegnanti, attivisti sui social, giornalisti e Ong. A conclusione di un lavoro di mappatura, training e alfabetizzazione digitale Lead Online ha prodotto due strumenti utili al contrasto dell’hate speech online.
Il primo è un test di autovalutazione sul proprio grado di consapevolezza dei problema, disponibile in due versioni, una per studenti e una per educatori e operatori dei media, in sette lingue. L’altro è un gioco di ruolo, Hate out!, anche questo multilingue, che propone differenti scenari verosimili di discorso d’odio basati su case histories reali con differenti target: giornalisti, persone Lgbtq+; donne, stranieri. Ai partecipanti viene chiesto di reagire secondo diverse opzioni e in base alla reazione scelta si riceve un feedback che misura l’efficacia delle azioni effettuate nel corso della simulazione. Il gioco è corredato di manuali per educatori con materiale da utilizzare in classe durante laboratori scolastici.
A conclusione del progetto è stato realizzato un rapporto con approfondimenti per ogni singolo paese. Uno dei punti critici emersi, ribadito anche nel corso della conferenza di Bruxelles, è la difficoltà a trovare una definizione di hate speech condivisa in tutti i Paesi. Il rapporto evidenzia poi anche la diversa emergenza di categorie target dell’odio online: in Italia sono le donne, come certifica da anni la mappa dell’intolleranza di Vox Diritti, in Austria, Cipro, Croazia e Grecia i migranti, in Bulgaria e Romania i rom.