Pubblicato il report 2023 del Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale: le inadempienze dell’Italia
a cura del Gruppo Advocacy
Nel report annuale sull’attuazione della Convenzione internazionale sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale del 21 dicembre 1965, ratificata in Italia con legge 13 ottobre 1975, n. 654, pubblicato il 31 agosto, il Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale (CERD) ha richiamato l’Italia per una serie di inadempimenti e criticità. Il CERD ha in primo luogo evidenziato che l’Italia tra i pochissimi Paesi a non avere insediato una istituzione nazionale indipendente a tutela dei diritti umani. Come Rete nazionale di contrasto ai discorsi e fenomeni d’odio, da anni sollecitiamo Governo e Parlamento a creare questa autorità indipendente, che appare sempre più necessaria, oltre che per rispetto di un obbligo internazionale assunto, per gli episodi di razzismo via via più frequenti e preoccupanti.
Rileva poi il CERD che l’Italia non ha ancora un quadro legislativo con una definizione chiara di discriminazione razziale che copra tutte le forme indicate nell’articolo 1 della Convenzione. In merito all’hate speech, il CERD denuncia in particolare: gli insulti razzisti durante le manifestazioni sportive, l’assenza di misure idonee a combattere l’hate speech, e l’uso di discorsi incitanti all’odio e razzisti anche nella comunicazione da parte di rappresentanti italiani delle istituzioni e della politica.
Infine, il CERD focalizza la disamina sui migranti, evidenziando che sul piano legislativo, sono state adottate disposizioni che si discostano dagli impegni assunti con la Convenzione: la legge n. 132 del 2018 e la c.d. legge Cutro, n. 50/2023 hanno inciso infatti negativamente sulla protezione da assicurare ai migranti e sulle condizioni di accoglienza, anche a causa della drastica riduzione delle possibilità di ottenere la protezione speciale. Inoltre, le disposizioni adottate ostacolano le operazioni di soccorso e di salvataggio in mare dei migranti, anche nella zona SAR di competenza italiana.
Il quadro complessivamente delineato dal CERD costituisce un autorevole e forte richiamo alle istituzioni italiane, affinché al più presto si attivino in modo concreto e efficace per l’attuazione della Convenzione. Come Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e fenomeni d’odio, ci impegniamo a fare nostre le indicazioni del CERD, e a proseguire con ancor maggiore determinazione nel nostro impegno.