Per un impegno delle istituzioni, della politica e dei mass-media al contrasto di parole e comportamenti istiganti all’odio
a cura del Gruppo Advocacy
Da alcuni mesi, stiamo assistendo a esternazioni di rappresentanti della politica, del governo e delle istituzioni e alla pubblicazione di articoli e titoli di mass-media, che diffondono messaggi e narrazioni apertamente o surrettiziamente incitanti all’odio nei confronti di minoranze e soggetti più vulnerabili.
A titolo meramente esemplificativo, ricordiamo le dichiarazioni di Ministri della Repubblica che affermano l’esistenza di una “razza” o “etnia italiana” da difendere, paventando la minaccia di una “sostituzione etnica” da parte degli immigrati, cui ha fatto da corollario la copertina di uno dei maggiori settimanali di informazione che intitolava “Un’Italia senza italiani”.
Assistiamo a un pressoché quotidiano lancio di dichiarazioni governative, titoli e articoli su presunte “invasioni” di stranieri.
Nella comunicazione governativa, politica e dei mass-media, viene ormai utilizzato sempre e indistintamente il termine “clandestini” per designare migranti e richiedenti asilo, esasperando un’accezione negativa e criminalizzante.
Da ultimo, il Ministro della Difesa, nel corso di un’occasione istituzionale pubblica e successivamente rilanciando sui social, ha annunciato che era in corso “un dirottamento” di una nave con “equipaggio sequestrato” da parte di “clandestini”: notizia assai allarmante, che attribuisce crimini gravissimi a migranti, e che si è rivelata infondata, trattandosi in realtà solo di persone migranti nascoste a bordo di una nave, che non hanno opposto alcuna resistenza.
Segnaliamo poi le esternazioni e prese di posizione che quasi quotidianamente attaccano le persone LGBTQ+ e le famiglie non tradizionali, strumentalizzando il complesso tema della gestazione per conto di altri con slogan violenti e semplificazioni pretestuose, e criminalizzando le registrazioni all’anagrafe di bambini di famiglie non tradizionali. Un attacco al mondo LGBTQ+ sfociato da ultimo nella revoca del patrocinio della Regione Lazio al Gay Pride di Roma.
Ricordiamo poi l’articolo pubblicato da un quotidiano nazionale, ove viene rimarcata l’ascendenza ebraica della neosegretaria del PD, accompagnato da una caricatura che accentua tratti somatici propri dell’iconografia antisemita.
A tutto ciò, si accompagna e consegue l’accentuarsi di discorsi e fenomeni d’odio nei social, di violenza da parte di Forze dell’Ordine, l’inasprirsi del dibattito politico e culturale.
Chiediamo con forza alle istituzioni, agli esponenti di tutti i partiti e ai mass-media, di abbandonare linguaggi e narrazioni incitanti all’odio e alla criminalizzazione nei confronti di minoranze, di stranieri e di soggetti vulnerabili.
In questo contesto, applaudiamo alla decisione di rinnovo della Commissione straordinaria su intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all’odio e alla violenza, con la conferma della Senatrice Liliana Segre quale Presidente.
Ma urgono ulteriori attività delle istituzioni, per contrastare fenomeni di odio e intolleranza: chiediamo nuovamente e con forza al Parlamento che sia dato spazio alla calendarizzazione e alla discussione di proposte di legge di protezione e inclusione, quali la proposta di legge di modifica della L.91/1992 per il riconoscimento della cittadinanza ai nuovi italiani e la proposta di legge contro omo-transfobia, misoginia e abilismo.
Chiediamo inoltre che venga finalmente istituita l’Autorità Nazionale per i Diritti Umani in Italia, in attuazione della risoluzione ONU n. 48/134 del 1993, che riteniamo un impegno ormai improcrastinabile.
Vogliamo infine ricordare il ruolo che l’Italia può e deve avere per la promozione e la protezione dei diritti umani e, in particolare, per la tutela delle minoranze e contro ogni discriminazione e violenza: un ruolo che l’Italia ha già saputo giocare in passato, da protagonista, quando, nel 1950, ha ospitato a Roma la firma della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali e quando, nel 1998, ha ospitato la Conferenza diplomatica che ha prodotto il Trattato relativo allo Statuto della Corte Penale Internazionale.