Vera Gheno per il progetto “Effetto Farfalla, cambiamo le parole per cambiare il mondo”: Parole come termometro di civiltà. Ragionamenti sulla lingua che ferisce
Un altro passo in avanti per il progetto “Effetto Farfalla, cambiamo le parole per cambiare il mondo”, che si pone l’obiettivo ultimo di rafforzare nei ragazzi dagli 11 ai 19 anni comportamenti positivi per contrastare le discriminazioni e promuovere il rispetto di tutte le diversità. Il quarto ospite del ciclo di seminari aperti al pubblico portati avanti dal progetto è Vera Gheno, sociolinguista specializzata in comunicazione digitale, ricercatrice e docente presso l’Università di Firenze.
La relatrice, nel suo intervento del 14 aprile 2023, presso il Campus di Forlì del Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia (Università di Bologna), ha riflettuto sul potere del linguaggio, a partire dalla relazione esistente fra realtà e linguaggio, e ha osservato come quest’ultimo orienta e costruisce il nostro sguardo e la nostra percezione della realtà per poi creare dei frame narrativi condivisi. Poiché parole e realtà sono circolari, devono essere comprese assieme, tenendo conto dei circoli virtuosi e viziosi a cui si può andare incontro, nel momento in cui ci poniamo in un discorso.
Gheno continua raccontando come lingua e società di fatto possano rappresentare muri (e di come le persone privilegiate, anche coloro che non sanno di esserlo, non incontrano mai) : tendiamo ad universalizzare la nostra esperienza individuale, spesso dimenticandoci che ogni parola, a seconda del contesto e delle intenzioni in cui viene pronunciata, può diventare offensiva, seppur basandosi su un’esperienza personale.
Gheno illustra poi la differenza fra offese dirette, indirette (fra cui generalizzazione, personalizzazione e infantilizzazione che vengono portate avanti specialmente in casi di hate speech online) e quelle che derivano da parole che non vengono ritenute offensive ma che sono invece intrinseche di bias dati dalla cultura di riferimento.
Il discorso di Gheno permette di riflettere sulla complessità della realtà attuale, in cui non ha più senso distinguere tra offline ed online: entrambe rappresentano la nostra società e realtà. A causa della globalizzazione e della diffusione di internet, diventa più facile individuare il diverso da attaccare e si sviluppano nuove forme d’odio, fra cui l’odio online, il quale si diffonde a causa sia della sensazione di impunibilità e del fatto che la vittima non venga percepita come reale, sia perché è molto più complesso comprendere che il comportamento tenuto online ha inevitabilmente conseguenze sull’onlife.
Per concludere, Gheno, nella convinzione che una società che riconosce le differenze è un’utopia, sottolinea quanto sia importante essere familiari con la linguistica per comprendere la complessità della lingua, il peso che le parole possono avere e il fatto che nel discorso con l’altro, anche quando non è di fronte a noi, ci relazioniamo con un altro essere umano.
Il seminario, organizzato all’interno del corso di laurea magistrale in Scienze criminologiche per l’investigazione e la sicurezza (Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia, Università di Bologna), è stato introdotto da Sandra Sicurella e Simone Tuzza (Università di Bologna).
Guarda le anteprime del seminario qui sotto e per il video completo, clicca qui!
L’articolo è stato scritto da Valentina Maccabiani ed Elena Grassi, studentesse dell’Università di Bologna che frequentano il corso “Metodi e strumenti per il contrasto delle discriminazioni nell’era digitale”, promosso dal Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia nell’ambito del Progetto Effetto Farfalla, Progetto cofinanziato dall’ Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.
Il progetto Effetto Farfalla, cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, prevede il coinvolgimento di numerosi i partner, tra cui anche soggetti di Rete: COSPE, AIDOS, Amnesty International, Emergency, Associazione Carta di Roma, Lunaria, Libera, Gay Center, Congi, Regione Toscana, Zaffiria, Università di Bologna.