Combattere i discorsi d’odio con narrazioni alternative, creative, in grado di parlare a pubblici diversi. Lo fanno molti soggetti di Rete. E lo facciamo anche con progetti ideati e messi a punto direttamente dai ragazzi. Come le campagne create da alcune studentesse e alcuni studenti dell’Università Cattolica di Milano, del corso di laurea magistrale in Comunicazione per i media, le imprese e le organizzazioni complesse.
Una di queste è la campagna di comunicazione Forget Normal, Embrace YOUman su hate speech e disabilità, con un concept chiaro: non esistono modi normali di fare le cose, la disabilità non è un insulto.
Chiara, Maddalena, Andrea, Federica, Giulia e Camilla vogliono far riflettere sulla “gravità”, sul peso, che trascinano con sé parole come «handicappato». Un linguaggio discriminatorio, a volte con tono denigratorio, utilizzato quasi naturalmente nella quotidianità. La loro idea ha preso vita grazie al lavoro di Matteo Muscetti (graphic designer) e di Raoul Bonfiglio (videomaker), che hanno realizzato post e video sulla dissoluzione del confine tra normalità e disabilità.
Testimonial della campagna è Emanuele Lambertini, atleta della nazionale italiana paralimpica.
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