Dallo zoombombing ci si può difendere: abbiamo creato un vademecum con i consigli per contrastare questo fenomeno.
Che cos’è lo zoombombing? È il fenomeno per cui alcune persone indesiderate e non invitate, spesso organizzate in piccoli gruppi intervengono a video-conferenze o incontri su Zoom, Google Meet o altre piattaforme di video-conferenza per disturbare, offendere, impedire ai/alle partecipanti di parlare. Nei peggiori dei casi condividono materiali sessisti, omobitransfobici, o inneggianti a razzismo, fascismo, negazionismo.
È bene non farsi trovare impreparati di fronte ad attacchi di questo genere, che non vanno sottovalutati poiché si stanno affermando come strumento di propaganda razzista e fascista e per non permettere che vengano minacciati gli unici spazi di discussione civile a disposizione in questo momento.
Il nostro decalogo contro lo zoombombing fornisce consigli su cosa fare per prevenire gli attacchi, intervenire mentre avvengono e spiega come rispondere in seguito all’attacco.
Come usare la waiting room e la trasmissione ibrida, come assegnare i diversi ruoli agli host e ai partecipanti, come usare la funzione mute, quando denunciare alla polizia postale e altre autorità: il vademecum fornisce per punti e nel modo più chiaro possibile le linee guida per difendersi dallo zoombombing.